Bologna, boom di telecamere per privati e negozi

Case, negozi ma anche parchi e strade, tutti «blindati» dagli occhi elettronici diventati i guardiani della città sia per le richieste dei privati ma anche per gli investimenti della pubblica amministrazione. A Bologna, seguendo un trend nazionale, l’Unione installazione e impianti di Cna stima un aumento del 30% del settore della videosorveglianza tra il 2015 e il 2017: numeri che, visto il particolare mercato, sono ottenute più dalle osservazioni sul campo degli operatori che da studi ancora da calibrare sulla materia.

A spingere c’è la crescente domanda di sicurezza, l’impatto della tecnologia con l’integrazione tra impianti e smartphone per controllare ogni minuto le proprie abitazioni e, ovviamente, hanno inciso gli incentivi che negli ultimi anni hanno promosso detrazioni fiscali fino al 50% per chi ha deciso di installare una telecamera di sicurezza in casa: misura confermata anche per il 2018.

Secondo Cna sotto le Due Torri siamo in linea con quanto rilevato dal Politecnico di Milano, che ha valutato in 180 milioni di euro il mercato della smart home in Italia e percentuali tutte positive nei fatturati delle imprese artigiane impegnate nei vari settori: si va dall’1,6% in aumento per i sistemi antincendio, +1,9% nelle automazioni e +7,3% per quanto riguarda tutto il comparto antintrusione.

Quest’ultimo a sua volta ha registrato la crescita maggiore per i sistemi di telecamere a circuito chiuso (+9,9%), ma anche +2,7% nel controllo accessi, quindi antifurti, e +1,5% nei sistemi di monitoraggio centralizzati. Un quadro confermato da Anie Sicurezza, la federazione nazionale di imprese elettroniche che fa parte di Confindustria. «La richiesta è molto alta e arriva da due fonti principali, i privati, quindi abitazioni, attività commerciali e la grande distribuzione, ma anche le autorità pubbliche— spiega Gianluigi Canè rappresentante di Cna Elettronici Bologna —.

Il tema principale rimane sempre quello di affidarsi a personale autorizzato e preparato anche nell’ambito della materia sulla privacy. Bisogna sapere cosa si può installare e cosa no. Per questo i nostri associati vengono continuamente formati, per evitare problemi».

Fonte: Corriere della Sera - Corriere di Bologna - 27/02/2018

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